giovedì 18 novembre 2010

Circoncisione di nostro Signore Gesù Cristo

Circoncisione di nostro Signore Gesù Cristo
Autore: Pagani, Roberto Curatore: Scalfi, P. Romano
Fonte: CulturaCattolica.it
La festa che fa memoria della Circoncisione di Gesù è una di quelle che non sembrano dire molto ai cristiani di oggi: sarà forse per il carattere giudaico e precristiano del rito che evoca, oppure a causa della sua coincidenza, almeno in occidente, con il primo giorno dell’anno civile. In realtà il suo contenuto spirituale è particolarmente ricco. Il nostro Signore, sottomettendosi alla legge della circoncisione, ha voluto sia umiliarsi nella sua carne che sottolineare come egli stesso sia la pienezza ed il termine dell’Antica Alleanza: la sua circoncisione prefigura quell’altra consacrazione, sempre nel sangue, che il suo corpo doveva ricevere sulla croce.
Dalla meditazione dell’innografia che arricchisce l’ufficiatura del giorno emergono diversi elementi. Alcuni temi ricalcano la paradossale filantropia divina: “Nel suo amore per l’umanità, il Salvatore in fasce si lasciò avvolgere non disdegnando la circoncisione della carne. Colui che per sua madre aveva otto giorni, e che per suo Padre era dall’eternità”. “Dio nella sua immensa bontà si sottomette alla circoncisione della carne senza vergogna, offrendosi come un esempio per la salvezza poiché l’Autore stesso della legge ne compie ogni precetto, e gli oracoli dei profeti che lo riguardavano. Tu che abbracci l’universo intero sei avvolto nelle fasce: Signore, gloria a Te!”
Anche il rapporto di Gesù con la legge è visto nell’incredibile sottomissione alla legge di Colui che ha creato la legge, così come l’ottavo giorno dalla nascita ha in sé una dimensione escatologica che introduce nel nuovo tempo, quello della grazia, aperto al compimento ultimo e definitivo.
“Il numero otto, immagine del secolo venturo, è illuminato e santificato, o Cristo, dalla tua volontaria povertà; in essa, secondo la legge, fosti circonciso nella carne”. “Nell’ottava del suo parto il Cristo riceve la circoncisione, facendo sorgere le luce della grazia, la nuova legge”. “Il Verbo, Dio supremo, avendo preso carne fu circonciso per compiere la Legge, donandoci le primizie della grazia e della vita immortale”. Il Signore dell’universo si degna di subire la circoncisione, recidendo, nella sua bontà, le colpe che coprivano l’umanità”. “La Legge è arrivata al suo termine, compiuta dal Cristo bambino, che accetta la circoncisione per cancellare la maledizione della Legge”.
C’è un ulteriore tema legato alla circoncisione, quello dell’imposizione del Nome a Gesù, seguendo l’indicazione che Maria aveva ricevuta da Gabriele durante l’annuncio. Sarebbe interessantissimo seguire il percorso della spiritualità nata a partire dal Nome di Gesù, o meglio dalla sua invocazione, che ha trovato la sua massima espressione nella preghiera di Gesù: “Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”. “L’ottavo giorno il Maestro è circonciso come un bambino e riceve il nome di Gesù, poiché del mondo è veramente Salvatore e Signore”. Gesù è quindi contemporaneamente Salvatore, il significato del suo nome, e Signore, perché “sopporta la circoncisione nella carne Colui che come Verbo è stato ineffabilmente generato dal Padre senza divisione né flusso, e come Dio da Dio rimane nell’immutabile divinità; resosi dunque conforma alla legge, colui che è oltre la legge redime tutti dalla maledizione della legge, e dona la benedizione dall’alto”.
La prima lettura dell’ufficio del Vespero è tratta da Gen 17, 1-14, e narra l’istituzione dell’Alleanza tra Dio e Abramo, nella quale il tema dell’alleanza si esplicita con la benedizione di Dio attraverso il dono di una discendenza senza fine.
[1] Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. [2] Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò numeroso molto, molto». [3] Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: [4] «Eccomi: la mia alleanza è con te e sarai padre di una moltitudine di popoli. [5] Non ti chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abraham perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò. [6] E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re. [7] Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. [8] Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio». [9] Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione. [10] Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra di voi ogni maschio. [11] Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà il segno dell’alleanza tra me e voi. [12] Quando avrà otto giorni, sarà circonciso tra di voi ogni maschio di generazione in generazione, tanto quello nato in casa come quello comperato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe. [13] Deve essere circonciso chi è nato in casa e chi viene comperato con denaro; così la mia alleanza sussisterà nella vostra carne come alleanza perenne. [14] Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà stata circoncisa la carne del membro, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza».
Come Isacco e come ogni ebreo, Gesù porta nella sua carne, nella sede stessa della vita, il segno vivo dell’alleanza che unisce Israele al suo Dio. Nel libro del Deuteronomio e nel profeta Geremia si incontrano appelli alla “circoncisione del cuore” e non del semplice prepuzio fisico.
La lettura apostolica della Divina Liturgia è tratta dal secondo capitolo della lettera di Paolo ai Colossesi.
Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. E’ in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il capo di ogni Principato e di ogni Potestà. In lui voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano di uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della vera circoncisione di Cristo. Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Nella sua prima lettera ai Corinzi san Paolo ricorda che la circoncisione, così come la non circoncisione, non contano nulla, al di fuori dell’osservanza dei comandamenti di Dio. Si potrebbe tracciare un parallelismo tra la circoncisione, il “sacramento” della salvezza anticotestamentaria, e il battesimo, che attraverso la nuova vita che riceviamo in Cristo attraverso la sua morte e la sua risurrezione fa di noi dei membri del popolo della nuova alleanza.
Se è vero che non siamo più sottomessi alla circoncisione fisica, dobbiamo comunque sottometterci ad una vera circoncisione spirituale. E’ necessario che la nostra alleanza con Dio, la nuova alleanza in Gesù Cristo, produca la completa sottomissione a Dio della nostra carne e dei suoi desideri, la completa consacrazione e santificazione del nostro corpo. La circoncisione del cuore deve avvenire in noi contro ogni tentazione di ridurre la nostra esperienza di fede ad un ritualismo, ad un tradizionalismo, ad un legalismo, ad una pratica religiosa priva di anima. La circoncisione del cuore deve penetrare ogni nostro pensiero, ogni nostra volontà, ogni nostro sentimento, e recidere tutto ciò che non è compatibile con la ricerca di Dio. L’accusa di Isaia (Is 29, 13) è quanto mai attuale anche per noi: “questo popolo mi onora con le labbra, ma il cuore è lontano da me”. Il grande comandamento: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore...” esprime bene questa circoncisione del cuore.
La pericope evangelica è composta da due brevi brani del secondo capitolo di Luca: Lc 2,20-21 e 40-52.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Gli ultimi versetti del Vangelo di oggi sono l’unica indicazione che possediamo sulla vita nascosta di Gesù a Nazaret. La festa della Teofania, il Battesimo di Gesù al Giordano, si avvicina, e siamo invitati a lasciare Betlemme per recarci sulle rive del Giordano dove la vita pubblica di Gesù ha inizio.

http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=207&id_n=5745

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